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lunedì 8 maggio 2017

Castigatori di errori altrui

Avete notato la veemenza con la quale sosteniamo un divieto quando non ci tocca?
Sembra quasi che proibire qualcosa a qualcuno sia un piacere.
Vietato fumare provoca nei non fumatori quasi un orgasmo, una sensazione di potere o giù di lì. 
Non raccontatemi che il fumo fa male. Lo so, lo sappiamo. Non ripetiamoci il superfluo, non è questo il punto. Vietare l'abbandono selvaggio di rifiuti è un esercizio incontestabile di civiltà, non lo è altrettanto la stizza, la forza, il piglio con il quale ci riempiamo la bocca e puntiamo il dito. Insomma lo facciamo sempre e solo quando non ci riguarda, quando non siamo nella fascia sensibile, quando il divieto incontra i nostri gusti.
Pure l'evasione fiscale è vietata, of course. E, genericamente, ci accaniamo. Ma neanche poi troppo, neanche quanto dovremmo visto che è un danno mostruoso alla collettività intera. D'altra parte se evadiamo svicoliamo e taciamo, bellamente.
Mi inquieta. Credo che covi in molti di noi un boia che provvede all'esecuzione degli altri e sia convinto di non sgarrare mai. Credo che stia diventando rara la delicatezza.
Attenzione. Non esorto a contravvenire ai divieti, men che meno penso che certe cose sia giusto farle. No. Solo non mi piace questa sorta di giustizia che applichiamo a spada tratta verso gli altri.
Abbiamo davvero tutti questo istinto castigatore?
Io comunque proibirei la cattiveria.

1 commento:

  1. Hai perfettamente ragione, siamo bravi a condannare gli altri e a giusto are noi stessi. Manca il desiderio di comprendere, la voglia di giudicare è prevalentemente, ma è pericolosa. Sempre precisa e profondamente umana, Irene

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